Estate 2019: Tentativo sulla costellazione del Cigno col 200 mm

Durante tutta l’estate 2019 mi son proposto di inseguire il progetto di un mosaico della costellazione del Cigno. Questa costellazione è ricca di oggetti interessanti e attraversa il cielo estivo dalla mia casa in campagna. Il luogo da cui ho ripreso questi fotoni è incastonato tra le ultime montagne dell’appenino ligure/emiliano a 700 metri sul livello del mare nel giardino dei miei nonni. Ad oggi la mappa ATLAS segnala livello 4 sulla scala Bortle prossimamente provvederò a misurare con più attenzione questo valore SQM (21.50 mag./arc sec^2). Ho utilizzato due obiettivi in questo: il 180 mm apo-telyt leitz f 3.4 e il canon 70 200 f2.8. Per ogni sezione di cielo è presente circa una notte di acquisizione. A destra dettagli al 50% di zoom della foto originale di:
-NGC 6914-6910-Cignus X–Sh2-109
Complessi di nebulose sia ad emissione (rossastre) che a riflessione (blu). Le radiazioni ultraviolette provenienti dalle stelle giovani e calde dell’ampia associazione Cygnus OB2 ionizzano il gas atomico dell’idrogeno della regione, producendo il caratteristico bagliore rosso mentre i protoni e gli elettroni si ricombinano. Le stelle Cygnus OB2 così avvolte dal gas forniscono anche la luce blu delle stelle fortemente riflessa dalle nuvole polverose. (Per maggiori informazioni sui colori delle varie nebulose)
-Nebulosa Velo
Resti di una supernova di massa 20 volte il nostro Sole, esplosa tra 10 e 20 mila anni fa, che pian piano si sta dissolvendo nel cosmo.
-IC 1318 con la stella Sadr
Problema di aberrazione cromatica di flare
Note tecniche del lavoro
Mosaico composto da 783 scatti con diverse impostazioni:
5D mark iv + 180 f3.4 Leitz / 70-200mm f2.8 Canon 30/60 secondi per frame ISO 3200 no dark frame. Le regioni con le stelle con fenomeni di fringe viola sono ottenute con il Leica. Nei prossimi esperimenti proverò a diafframmarlo maggiormente (è evidente nel terzo zoom dell’IC 1318 con sopra il Canon e sotto il Leica).
Ho scelto ti utilizzare questi iso perchè ho misurato che la soppressione del rumore di lettura sul sensore è sufficiente a non creare artefatti nelle immagini una volta effettuato lo streaching.
Come astroinseguitori ho utilizzato il mio autocostruito (che funziona quasi sufficientemente fino a 180 mm per 30 secondi) e lo The Sky-Watcher Star Adventurer (che funziona molto bene a 200mm per 60 secondi con uno scarto di una foto su 5 a causa dei movimenti periodici interni all’inseguitore).
Ho sviluppato i raw tramite Rawtherapee (con le impostazioni spiegate in questo articolo). Ho effettuato l’allineamento, integrazione e unione del mosaico tramite Pixinsight. In particolare ho utilizzato dnaLinearFit di David Ault seguendo il suo tutorial per ottenere un mosaico e per lo streaching il codice ArcsinhStretch
Riflessioni critiche sul lavoro
Il mio amore per le imprese colossali mi ha spinto ad un progetto al di sopra delle mie capacità con il risultato di aver ho fallito almeno tre obiettivi che mi ero posto. Innanzitutto non sono riuscito a coprire tutta la costellazione: questo è dovuto al fatto che è molto estesa e l’idea di farla con un 180mm per un neofita con astroinseguitore autocostruito non era facile. Per questo motivo dalle migliaia di scatti ho ripreso senza buchi “solo” la coda e l’ala sinistra del cigno immaginario. La cosa che mi è dispiaciuta di più è l’aver perso i colore lattiginoso della via lattea. Attraverso la rimozione dei diversi gradienti presenti nelle singole integrazioni ho esagerato con la rimozione nel canale del rosso. In futuro ho progettato di eseguire scatti con grandangoli in modo da misurare i valori RGB nella via lattea. in questo modo otterrò gli offset da impostare quando tutta l’immagine è all’interno della via lattea e non c’è un punto di nero effettivo.
Nonostante questa sovra-correzione anche l’unione dei singoli frame è ancora migliorabile: in questa immagine sono ancora presenti artefatti. Tuttavia sono abbastanza soddisfatto essendo stata la prima volta che ho lavorato con un file così grande in megapixel e sopratutto in gigabyte utilizzando uno streaching importante (nella foto dell’eclissi non avevo apportato nessuna curva se non un leggero contrasto).
Tra qualche anno probabilmente mi tornerà la voglia di riprovare ad ricomporre il tutto (magari con ulteriore integrazione) e spero, con nuove conoscenze, di poter raggiungere un risultato migliore 🙂