
Studio delle code della cometa Neowise. Monte Penna Simone Civita
Appunti, ricordi e fotografie dell’inseguimento della cometa Neowise, Luglio 2020
Giuseppe J. Donatiello:“C/2020 F3 (NeoWISE) Dopo gli annunci (avventati) di grandi comete, andate prontamente in frantumi, finalmente c’è una cometa davvero promettente che si sta avvicinando al Sole.”
Con questo post su facebook sono venuto a conoscenza dell’esistenza di questa cometa. Era la prima cometa che avrei potuto fotografare discretamente con la tecnica acquisita negli ultimi anni.
La buona probabilità di visibilità viene confermata nei giorni successivi su un articolo su bfcspace.com.
Speravo di riuscire a riprendere la cometa in qualche bella costellazione, in cui fosse presente magari qualche nubolosità. Nella mia mente volevo ottenere qualcosa di simile a quello che ripresi con la cometa Giocobini-Zinner nell’Auriga. Tuttavia l’orbita calcolata non sembrava incontrare nessuna nebulosità e inoltre la cometa sarebbe apparsa solo al mattino presto dalla mia posizione, bassa sull’orizzonte all’alba.
4 Luglio
Vedo la prima foto della cometa nell’alba.
5 Luglio Passo di Bargone

Spronato dalla mia ragazza decidiamo, alla vigilia del suo compleanno, di provare ad acciuffare qualche fotone della cometa. La cometa sorgerà intorno alle 4 di notte a Nord Ovest. Dalla Liguria è una posizione svantaggiata a causa delle montagne dell’Appennino che non permettono di avere una visione bassa ad ovest. La mia ragazza scorge un’opportunità dal passo di Bargone in cui la cometa dovrebbe apparire sopra il passo di Centro Croci. Decidiamo di partire con il nostro “nuovo” fuoristrada con un quaranta minuti di sterrato da Bargone. Arrivati sul passo posteggiamo l’auto e la attrezziamo per dormirci. Intanto con la bussola cerco la miglior posizione per osservare il nostro obiettivo. Non so quanto sarà luminosa né che obiettivo utilizzerò: per questo posiziono già l’inseguitore e metto la sveglia.


Il risultato è modesto e piuttosto banale, si scorge una banda oscura al centro della coda di polveri. Questo è il massimo che sono riuscito ad ottenere considerato la forte luminosità dell’alba.
La foto a destra è una posa da 5 secondi a 200mm f2.8. La foto al centro è un ingrandimento della foto a destra. A sinistra con il telyt.
Il sole sta sorgendo e tutti gli altri astri stanno lasciando il posto all’alba rossastra. L’emozione di guardarla attraverso il binocolo è grande.
9 luglio Monte Aiona
Il 9 siamo liberi e senza impegni. Partiamo con meta il monte Aiona. Da qui la cometa dovrebbe apparire tra il Maggiorasca e il Penna, regalandoci un’immagine interessante. Da Prato Sopralacroce prendiamo lo sterrato che porta fino al rifugio del monte Aiona nei pressi di Pratomollo. Qui la strada è meravigliosa: si passa attraverso un bosco che lascia spazio a prati aperti e scoscesi interrotti solo da rocce. Si sale così il monte Aiona tra paesaggi incantati. Lo sterrato è piuttosto duro ma semplice e dura circa una mezz’ora (vado a memoria). Nel tragitto ci imbattiamo nei cani di un pastore e per un quarto d’ora non si riesce a passare.
Superati troviamo una nube iridescente

Arriviamo al passo della Spingarda che il sole sta tramontando. Ci accamalliamo zaino tenda cibo e fornelletto e ci avviamo verso una delle vette del monte.

Tornare qui è sempre un’emozione particolare: si è circondati da rocce sparse in un susseguirsi di altopiani con un cielo ampissimo sopra la testa. Il monte Aiona è un antico fondale oceanico che per movimenti tettonici si è elevato fino ad 1700 metri. Qui nell’inverno 2017 ho scattato una foto che penso rappresenti bene questa genesi con il Penna sullo sfondo.

Cerco un punto per una foto in cui inquadrerò sia la cometa che il Penna. La cometa sorgerà per le 3 e qualcosa. La bussola non funziona molto bene a causa del forte campo magnetico del monte, le stelle non si vedono ancora e l’orientamento di precisione risulta difficile per sapere a priori su quale vetta si posizionerà la cometa. Trovato un posto adatto posizioniamo il bivacco. La luna è assente, l’aria poco umida e le stelle sono una meraviglia.
Mentre aspetto la cometa decido di puntare alla zona centrale della via lattea, nella costellazione del sagittario. Molto spesso, dalle mie postazioni, è difficile avere un cielo così pulito a Sud pochi gradi sopra l’orizzonte. A 200mm riesco a fotografare la nebulosa Trifida e Laguna. Questo è il risultato di circa 240 fotografie a 30s 200mm f3.5 iso 3200 dalle 10 fino a mezzanotte circa:

Solitamente utilizzo iso 3200 e 30 secondi perché in montagna riduco così l’effetto del vento che mi muove il sistema d’acquisizione leggero. Inoltre in questo modo utilizzo l’intervallometro della macchina. Inoltre da circa 2000 iso la canon 5d mark iv sembra avere una riduzione del dark noise.
Lascio la macchina a scattare attaccata al power bank capiente e entriamo in tenda dopo una pastasciutta.
A mezzanotte sorgerà la luna e alle 3 la cometa.
10 Luglio
La sveglia suona, sbuco con la testa ma non la trovo dove pensavo. Ho gli occhi stropicciati dal sonno ma non la vedo proprio. Probabilmente è ancora dietro qualche monte. Torno a letto e sposto la sveglia di 20 minuti. Al suono della sveglia chiedo alla Fede di dare un occhio lei. Dice che si vede molto bene. In effetti è molto bella e lunga. Provo con il 200mm in verticale in modo da prendere il paesaggio che è a circa 3 gradi più in basso.
Lo sviluppo a destra è, a memoria, una rappresentazione piuttosto fedele di quello che si vedeva ad occhio nudo. Lo sviluppo a sinistra ho utilizzato rawtherapee sul singolo scatto in modo da accentuare il contrasto delle code rispetto allo sfondo. Per questo ho utilizzato l’algoritmo retinex del software che va ad enfatizzare le variazioni di luminosità sulla scala (piccola) scelta da utente e cerca di omogeneizzare il contrasto sulla scala dei lenti gradienti di luminosità. In questo modo, “semplicemente” con l’uso di un processo, si riconosce bene la coda di ioni, che col senno di poi si vedeva già nella foto a destra. Ad occhio nudo non si scorgeva nessuna seconda coda.



In questo secondo scatto proposto è ancora più evidente la coda di ioni. La luce in basso è l’alba che tra un paio d’ore accadrà. Questa a destra invece è la stessa immagine a cui ho applicato il processo retinex. Purtroppo in quei giorni, per lavoro, non ho avuto tempo di sviluppare prontamente le fotografie per scoprirne i limiti e lavorare in maniera più costruttiva (errori-imparo-miglioro). Non ero neppure interessato a fare forti streaching alle fotografie per far risaltare i dettagli più nascosti. Non ero interessato per diversi motivi: 1) non ero capace con così grandi gradienti di luce sullo sfondo 2) non ero capace con soggetti così luminosi 3) non sapevo che le code potessero avere delle forme così interessanti. In questo modo senza dark frame e scatti multipli il retinex è l’arma (ancora per me non del tutto chiara) più potente che ho trovato per enfatizzare questi dettagli.
Gli scatti con paesaggio non mi soddisfano e non li metto per non appesantire la pagina. Lascio due foto per ricordare il luogo della stellata e dei cavalli selvaggi del monte Aiona che ci hanno tenuto compagnia.


19 Luglio
Mi spostano un impegno lavorativo al 21. Decido quindi di passare due giorni sul Penna e nei suoi boschi a caccia della cometa godendomi la natura a tuttotondo. Nel frattempo non ero riuscito a sviluppare le foto dei giorni precedenti. Oltre al lavoro attuale sono impiegato in un progetto di ricerca sul Covid in cui si utilizza il codice che ho sviluppato durante la mia tesi magistrale. Riuscirò a lavorare in remoto dal Carignone in quanto lì c’è segnale a sufficienza per il telefono da usare come hotspot.
In questi giorni la cometa è visibile per quasi tutta la notte sorgendo già prima del tramonto.
Con il fuoristrada attrezzato come ufficio viaggiante e base per astrofotografia, mi avvio, questa volta da solo, verso la vetta. Da Santa Maria del Taro prenderò lo sterrato di una quarantina di minuti arrivando così al passo dell’incisa. L’ora è decisamente tarda e sposto il campo base sulla vetta. Tra tenda e materiale fotografico avrò circa 25kg distribuiti male in uno zaino fotografico sacco a pelo invernale sballottante e tenda cibo acqua in un sacchetto scomodo. La salita che normalmente si fa in mezz’ora senza soste risulta un muro tostissimo. Salendo ho pensato ai sammaritani che si tiravano su dal paese la statua della Madonna, ora in cima. Nelle numerose pause spegnevo la torcia e mi godevo le stelle fra le fronde dei faggi.
Nell’oscurità totale senza luna raggiungo la vetta e torno a prendere qualche oggetto che ho lasciato sul percorso per via del troppo carico.
In cima il vento proviene da sud ed anomalamente non gira con l’avanzare della sera. La posizione riparata da nord quindi non si rivela una buona strategia. Arrivo su che la cometa era già lì ad aspettarmi sopra la val d’Aveto. Sono arrivato in vetta alle 10 e mezza ed eccitato preparo tutto il setup. Non so bene come elaborerò i dati né di che foto avrò bisogno. Vado alla cieca e a casaccio, come un completo inesperto di comete quale sono, uso il 200mm perché è più comodo con l’interfaccia dell’astroinseguitore.
In quei giorni, con cambi di schedine tra macchine fotografiche i nomi dei file impazziscono. trovo che ho 23 scatti della cometa a 30s 200mm iso 3200 f3.5. Su internet cerco dei tutorial su come allineare sulla cometa e non sulle stelle fisse. Siccome il risultato automatico di deep sky stacker di avere allineamento su entrambi non mi soddisfa, prediligo l’allineamento solo sulla cometa manuale. attraverso una riduzione forte e asimmetrica della deviazione standard di cui prendere i dati (1 sigma). In questo modo scarto tutte le luci delle stelle che si sono spostate discretamente rispetto alla cometa in 10 minuti. Nello sviluppo, nella coda di polveri, rimane ben visibile l’alone della galassia “occhio di tigre” (NGC 2841) e sopra la stella Theta Ursae Majoris.
Sono davvero rimasto colpito dal contrasto che ho ottenuto sulla coda di ioni e su quella delle polveri. Attraverso un’immagine come questa forse si riuscirebbe a calcolare come si sta muovendo la cometa e la sua rotazione nel tempo. Nell’ingrandimento oltre alla coda di ioni classica si vede un accenno ad una terza coda. Giuseppe Donatiello mi ha suggerito che potrebbe essere una debole coda di sodio neutro, parzialmente sovrapposta a quella più comune bluastra, dovuta a una miscela di gas. La seconda coda di ioni è riconducibile ad un altro getto emergente dal nucleo.
Archiviando le foto che ho realizzato in quei giorni mi sono accorto che, con nomi diversi, ho altre foto di questa serie e più avanti senza dubbio rielaborerò questo scatto e vedremo se riuscirò ad aver un miglior contrasto anche di quest’ultima coda. (vedi Aggiornamento più sotto)
Per la prima volta rilevo la chioma verde. è assoluto la sera che ho visto al meglio la cometa.

Con l’abbassarsi della cometa decido di puntare ad altri oggetti interessanti. La notte era splendida e ogni sorta di umidità era spazzata da un vento molto forte.
Il vento mi creerà anche molti problemi fotografici: in questa immagine è presente la scia di un satellite che anziché essere dritta è mossa dal vento che sposta l’apparato di ripresa. Si può dire che è in qualche modo un sismografo del mio apparato. Le stelle quindi appaino allungate nella direzione dell’oscillazione e ogni scatto risulterà irrimediabilmente compromesso.

Inconscio ancora del problema (e quindi non avendo spostato la strumentazione in un luogo più riparato) tento ancora una prova nella costellazione del sagittario vicino alla zona ripresa dall’Aiona. Il vento non è cessato, io sono sempre incosciente e la realizzazione è al limite della sufficienza per una stampa 20×30 cm.

Questo lavoro consta di 65 foto x 30s 200mm f4 iso 3200.
La zona più numerosa di stelle è la piccola nube del Sagittario.

Nel frattempo con la 200d faccio altri scatti, più paesaggistici. Questo ad esempio è quello che sono riuscito ad ottenere senza inseguitore, senza l’uso di programmi a pagamento con solo quattro scatti e sopratutto con l’obiettivo da kit. Ho appoggiato la macchina alla statua e ho usato la funzione dell’autoscatto multiplo.
I paesi che si vedono sono della valle dell’Aveto. Sullo sfondo si vede il Lesima con il radar illuminato. A destra nella pianura c’è Voghera o Pavia.
Già con il 50ino e inseguitore (anche autocostruito) il risultato è nettamente superiore.
\\foto
Essendo la notte meravigliosa e con luna nuova, decido di sfruttarla del tutto per raccogliere i pochi fotoni provenienti dalla nebulosa del Cuore e dell’Anima vicino alla costellazione di Cassiopea. Queste due nebulose sono molto meno intense di quelle fotografate nel sagittario e proposte nelle foto precedenti. Per questo motivo sfrutterò tutta l’apertura della mia lente a la focale di 175mm. Questa infatti mi permette di ottenere una buona composizione con l’ammasso globulare presente nelle vicinanze. Essendo la nebulosa verso Nord-ovest sposto l’apparato all’ombra (del vento) della statua. Questa scelta necessaria mi ha permesso di ottenere un discreto lavoro su queste coordinate.
Alle 2 vado così in tenda lasciando la macchina in azione sulla nebulosa del cuore e dell’anima vicino alla costellazione di Cassiopea. La notte astronomica durerà fino a quasi le 4 del mattino. Per quell’ora mi sveglierò e farò eseguire i dark frames alla macchina per calibrare le foto ottenute questa notte.
Questo è il risultato sulla costellazione ottenuto con 236 fotografie da 30s a 175mm f2.8 iso 3200. Sono presenti 3 stelle cadenti con la loro colorazione tendente al verde dovuta agli elementi che compongono i detriti. La discriminazione tra aereo/satellite-stellacadente è fatta osservando le foto in sequenza, osservando il colore della scia, e attraverso la stima del tempo di permanenza nel fotogramma: se è molto breve (come una stella cadente) non ci sono fenomeni di oscillazione nella scia dovuti al movimento meccanico del vento sull’apparato di ripresa.

30s x 236 175mm f2.8 iso 3200. Simone Civita
Aggiornamento:
Ho rianalizzato i dati acquisiti nella notte del 19, ritrovando anche i files dimenticati. Dopo un lungo lavoro, sopratutto dedicato ad imparare il metodo, sono riuscito ad arrivare a questo risultato:

Questa foto è formata da 70 fotografie scattate tra le 23.00 e le 23.41 del 19-7-2020 dal monte Penna alto 1735 metri sul livello del mare. Questo risultato è stato per me possibile grazie al tutorial di Edoardo Luca Radice che ringrazio molto. Sulle immagini a maggiore ingrandimento è stato applicato un po’ di contrasto con Photoshop per aumentare la leggibilità della coda di ioni. Rispetto alla versione precedente c’è un ottimo incremento del segnale e la rimozione delle strisce dovuto alle stelle in movimento rispetto alla cometa. Si riescono a scorgere altre code di ioni differenti dalla principale. In particolare, nell’ingrandimento a sinistra, una coda molto debole che parte dal nucleo della cometa; nell’ingrandimento a destra leggermente una in alto a sinistra.
Tra le decine di immagini intermedie necessarie per l’elaborazione, ve ne propongo una molto interessante: la luce esclusa dalle medie per ottenere una delle immagini fondamentali per il risultato finale. In poche parole oltre alle strisce delle stelle, dovute al movimento della cometa, i satelliti e aerei che hanno attraversato il mio campo di vista (stretto essendo la foto scattata a 200mm di focale).

Oltre alle 4 scie degli aerei, le altre sono dovuti a satelliti. Ad oggi (agosto 2020) ci sono circa 4000 satelliti attivi orbitanti. Nei prossimi anni solo l’azienda privata di Elon Musk Starlink ne porterà ulteriori 40000. Anche altri grandi capitalisti come Amazon, Samsung etc. sembrano voler fare una cosa analoga.
Non credo che la mia astrofotografia ne risentirà eccessivamente. A risentirne moltissimo sarà l’esperienza visuale, come l’atto più semplice di contemplare le stelle.
Mi è già capitato di stare ad osservare le stelle da un prato, senza nessun binocolo/telescopio, e vedere la rete di satelliti che si muoveva incrociata. Da nord ad est queste lampadine attraversano una regione di cielo e, quando scompaiono, eccone spuntarne una nuova a nord. Da sinistra a destra, inevitabili e puntuali. Analogamente succede pochi gradi più in alto sull’orizzonte.
Mi sono sentito ingabbiato in una rete capitalistica che mi ha privato della possibilità di guardare il cielo pensando all’Oltre, in cambio di una pubblicità con scritto: “starlink”.
Godiamoci questo cielo che, inquinamento luminoso a parte, è ancora molto simile a quello che l’uomo ha visto per tutta la sua esistenza.
In futuro lo guarderemo su internet attraverso i satelliti.
Sono arrivato ad aggiornare fino a qui
20 Luglio Seconda notte dal Penna
Mi sveglio con i primi visitatori al monte. La giornata è piuttosto umida e la tenda è completamente bagnata nonostante l’alba sia già passata da un po’ di tempo. L’obiettivo è quello di tornare in un posto in cui potessi lavorare al computer. Conosco un ragazzo della val Ceno e insieme andiamo al rifugio del Penna a mangiare.
Pomeriggio sono al Carignone, sopra Santa Maria e riesco a fare una videochiamata con il mio relatore e lavorare ai dati scientifici che mi passa.
Il fuoristrada ha una gomma molto sgonfia, probabilmente microforata da un paio di giorni: tutte queste ore di sterrato non sono il massimo…
Dopo 5 orette di lavoro riparto, sempre troppo tardi, e ritorno in vetta per le 8.

Su incontro Beatrice e una sua amica. La cometa ancora non si vede nel primo crepuscolo. Monto la tenda e scopro che il fornelletto si è rotto. La Bea mi regala le patatine e una birra e tutti e tre ci mettiamo a parlare all’ombra del vento della statua con gli occhi rivolti verso il grande carro. La serata passa piacevolmente ma il vento è sempre molto forte. Posiziono l’inseguitore in una posizione un po’ riparata dal vento e comincio a scattare sulla cometa. Le code formano una bella forma a V.
La cometa diviene via via più visibile e per mezzanotte è fulgida in cielo, piuttosto alta sull’orizzonte. Bellissima.
Ho lavorato così tante ore alle fotografie che mi sembra ovvio vedere due code e quindi inquino le immagini dei ricordi con le foto elaborate. L’emozione è molto importante e quella la conservo bene intatta nella memoria. Mi pare che l’intensità luminosa della cometa sia diminuita rispetto al giorno precedente.
Questa notte, che ero più fresco e riposato ed avevo più tempo ho provato a lavorare in coppia con due macchine fotografiche e obiettivi diversi.
\\aggiungere foto
Dopo aver ripreso per circa un’ora la cometa ho scelto di provare altri oggetti astronomici. La cometa intanto sarebbe scesa quasi a lambire l’orizzonte con conseguente perdita di contrasto a causa dell’inquinamento della pianura e dello spessore maggiore dell’atmosfera incontrato dai fotoni.
Sottovalutando il problema del vento, la mia attenzione va alla Stella granata e alla nebulosa IC1396. Siccome sono un astrofotografo alle prime armi ho deciso comunque di provare lo sviluppo e vi propongo il risultato sebbene sia insufficiente. La Stella granata si trova quasi allo zenit e il bellissimo cielo del Penna fa il resto.

239scatti da 30s iso 3200 f 3.5 200mm
\\da aggiornare
Al risveglio, dopo aver conosciuto un appassionato di montagne, scendo fino al porto per tornare al lavoro.
24 luglio Dalle Trevine
Il pomeriggio mi porto dietro mio fratello e andiamo da Iacopo con meta una nottata alle Trevine. Il posto è sempre un paradiso e arriviamo giusto per goderci il diradarsi delle nubi e il tramonto. Cuciniamo una pasta ai ceci e con un po’ di vino si passa la serata. Purtroppo la cometa è molto meno intensa e sopraggiungono le nuvole verso le 11. Anche questa sera ho lavorato in tandem: 200mm su 200d e 24/70 sulla 5d.

La cometa appare chiara solo attraverso i binocoli, ma non più ad occhio nudo. Ecco un filmino di tutte le foto della serata visualizzate come timelapse. Si vede il crepuscolo astronomico che lascia posto al buio nella prima parte del video. La cometa negli scatti appare discretamente, nel video molto debole. Nella parte terminale si vedono le nuvole, la cometa che fa capolino e sopra distintamente il grande carro.
25 luglio Da Foppiano
Il 25 la Federica torna da Padova e andiamo per l’ultima volta a caccia della cometa. Andiamo a Foppiano con mio padre in modo da riprenderla sopra il segno rosso. Una roccia strapiombante con un lichene raro di colorazione rossastra. (\\aggiungere info)
Quando arriviamo la cometa è poco visibile a causa del crepuscolo. Dalla strada ho giusto una decina di minuti prima che tramonti dietro alle montagne. Sistemo l’inseguitore velocemente come non mai e inizia a scattare con il 180 telyt.
Con questo tramonto si chiude la mia caccia fotografica a questo fenomeno così bello, interessante e emozionante. La bellezza non è racchiusa solo nell’idea della cometa come oggetto astronomico con tutti i significati ad esso collegati. Riporto questa citazione di Paolo Nespoli dal suo Facebook:
Questa è la cometa NEOWISE, chiamata come il telescopio spaziale Near-Earth Object Wide-Field Infrared Survey Explorer, che il 27 marzo l’ha individuata la prima volta mentre sfrecciava verso il Sole.
Tornerà dalle nostre parti fra 6800 anni e visto che è uno spettacolo meraviglioso e visibile a occhio nudo fino ai primi di agosto, suggerisco a tutti di guardare in direzione dell’Orsa Maggiore per non perderlo.
Leggenda vuole che le comete siano portatrici di messaggi, qualcuno suggerisce anche di sventure, cosa difficile da contraddire quest’anno.
Francamente preferisco altre teorie, come quella di chi sostiene che la vita sia stata portata sulla Terra proprio dalle comete, come il team di scienziati internazionali,tra cui sette italiani, che nel 2006 ha annunciano la scoperta, nei grani di polvere della cometa Wild 2, di lunghe molecole organiche, di ammine precursori di quelle organiche, come il Dna. Perché leggende e teorie a parte, le comete ci suggeriscono di guardare tutto in maniera diversa. Pensate da dove arrivano, da quanto tempo stanno viaggiando, cos’hanno visto e cosa vedranno. Le comete ci danno la misura di quanto, dell’Universo, noi siamo una parte minuscola, infinitesimale.
Le comete ci danno la giusta dimensione, il giusto “peso”. E guardarci attorno con prospettive nuove e diverse non può che farci bene. Soprattutto nei momenti difficili.
Buona domenica. Anche a te NEOWISE, ovunque tu vada e qualsiasi messaggio tu voglia portarci.
Per me la bellezza è anche io e la Fede che corriamo su per il prato, abbandonando i mezzi pesanti -astroinseguitore macchine e macchine fotografiche- per goderci un nuovo tramonto della cometa verde oltre le montagne.
